POSIZIONE DELLA CHIESA



“La fede cristiana non può accettare ‘rivelazioni’ che pretendono di superare o correggere la Rivelazione di cui Cristo è il compimento. E’ il caso di alcune Religioni non cristiane ed anche di alcune recenti sette che si fondano su tali ‘rivelazioni” (CCC 67). Tuttavia, “pur non appartenendo al deposito della fede, esse [le rivelazioni] possono aiutare a vivere la stessa fede, purché mantengano il loro stretto orientamento a Cristo. Il Magistero della Chiesa, cui spetta il discernimento di tali rivelazioni private, non può pertanto accettare quelle che pretendono di superare o correggere la Rivelazione definitiva che è Cristo” (Compendio 10).

Pertanto, le rivelazioni private non vanno confuse con il depositum fidei; esse costituiscono appunto un approfondimento testimoniale ecclesiale della salvezza definitivamente compiuta nel mistero pasquale del Signore nel concreto della storia.

La Chiesa valuta dunque i fenomeni come quelli di Castel d’Azzano con estrema prudenza e si esprime con le seguenti formule:


constat de supernaturalitate, ossia risulta che l’evento è soprannaturale.

Delinea una posizione permissiva. Cioè, la Chiesa garantisce la validità dei messaggi e la bontà delle conseguenze ma non si impegna a confermare che nell’evento è presente la persona percepita dal veggente (Gesù, Maria, Angeli, Santi, ecc.);


constat de non supernaturalitate, cioè risulta che non vi sono elementi soprannaturali.

Definisce una posizione negativa. In questo caso la Chiesa ammonisce che l’evento è privo di qualcosa di soprannaturale o ha evidenze tutt’altro che soprannaturali, ossia ne denuncia la falsità;


non constat de supernaturalitate, ovvero non risultano elementi soprannaturali.

E’ una posizione attendista. Cioè, la Chiesa afferma che allo stato attuale l’evento non eccede i confini del normale, anche se evoluzioni verso la soprannaturalità potrebbero sopravvenire.


L’evento di Castel d’Azzano rientra in quest’ultima casistica. Ossia, allo stato, la Chiesa di Verona non ha emesso alcun giudizio di condanna su tali avvenimenti ma ha scelto di assumere una valutazione attendista, aperta a qualsiasi sviluppo. Pertanto, essa segue tuttora con attenzione gli sviluppi di questo evento e accompagna con materna cura pastorale sia la vita della veggente, spiritualmente guidata da Mons. Gino Oliosi; sia la vita del “gruppo di preghiera” e dell’Associazione costituita a margine del gruppo stesso, attraverso padre Massimo Malfer, sacerdote della Congregazione di San Filippo Neri, opportunamente delegato dal Vescovo di Verona Mons. Giuseppe Zenti, il 23 novembre 2007.

Al momento dunque, la Chiesa lascia ad ogni fedele la libertà di credere o non credere a questo avvenimento e di aderire o non aderire al messaggio che questo evento recherebbe con sé.